
Cuesta: «Derby molto importante per noi. E spero ci sia Italiano»
Vigilia del derby Parma-Bologna. L‘attesa per la 39ª sfida in Serie A (la 50ª in assoluto) tra crociati e rossoblù è stata affidata alle parole di Carlos Cuesta che ha parlato, alle ore 15, in conferenza stampa al Mutti Training Center di Collecchio.
L‘allenatore spagnolo ha tenuto le carte alte sia riguardo la strategia da adottare contro i felsinei sia circa le scelte di formazione. Un solo piccolo spoiler: l‘assenza di Almqvist, ancora alle prese con un fastidio alla caviglia. Ma, nonostante l‘assenza dello svedese, Cuesta vuole continuare a migliorare la fase offensiva della sua squadra: «Dobbiamo aumentare la frequenza delle situazioni». Così il tecnico 30enne che, senza porsi il problema dei futuri rientri di Ondrejka e Oristanio, ha ricordato che il suo Parma proponga già diversi uomini d‘attacco: «So che possiamo fare benissimo. Già giochiamo con 3-4 attaccanti, in realtà».
E se dunque in attacco dubbio non ce ne sono, perché le scelte sono limitate, i dubbi riguardano il reparto di mediana, dove resta in dubbio la presenza di Keita, scandita da un grande «forse».
Di seguito. le parole rilasciate dal tecnico Cuesta nell?odierna conferenza.
COME STA LA SQUADRA «Probabilmente perdiamo Pontus. Domani dobbiamo sapere chi sarà a disposizione. La squadra è carica al 100% e ha voglia di fare. Mi auguro che ci sia anche mister Italiano, dopo il problema che ha avuto».
TURNOVER «Dobbiamo vedere domani come [i giocatori, ndr] staranno a livello di freshness, se saranno tutti pronti per 90‘. E poi faremo le scelte. È vero che sono state due partite impegnative e intese [contro como e Roma, ndr], ma saremo pronti per affrontare la partita di domani».
IL BOLOGNA «Una squadra molto intensa, molto verticale, con uno stile di gioco molto chiaro e che prova sempre a giocare nella metà campo avversaria. Ha un‘identità molto chiara e ha avuto risultati super positivi nelle ultime stagioni. Sappiamo che ci saranno grandi difficoltà, ma la affronteremo con fiducia».
IL 2° TEMPO DI ROMA «È cambiata la dinamica della partita, soprattuto per la gestione del recupero, perché non siamo più usciti con frequenza dalla nostra metà campo. Ma abbiamo preso gli spunti positivi, ci sono state tante cose positive nella partita. Ma non basta: dobbiamo alzare il livello per arrivare ai risultati che vogliamo».
UN BOLOGNA COMPLETO «Loro sono una squadra completa: sono veramente forti nella pressione alta, nei piazzati, nelle catene esterne. Una squadra con identità molto chiara: vuole attaccare ed essere nella metà campo avversaria più tempo possibile. Sappiamo che dovremo affrontare le loro forze e noi dovremo portare le nostre nelle zone di campo che vogliamo».
DUBBIO KEITA «Sarei molto contento se il problema fosse poter scegliere (ride, ndr). Tutti i giocatori a disposizione ci mostrano che hanno voglia massima di dare il loro contributo. Tutti, tranne Trabucchi, sono stati partecipi in una partita ufficiale e questa è una cosa molto positiva».
BERNABÉ «Il punto di partenza è aiutare il più possibile la squadra. E lo sta facendo in un modo che mai avevo visto. Tutti proveremo ad alzare il livello per essere più lucidi e precisi. Magari non si vede, ma [Bernabé, ndr] ci sta dando una mano in zona offensiva: dobbiamo arrivare di più nei 30 metri finali e aumentare la frequenza per renderlo più a suo agio. Può giocare mezz‘ala destra, mezz?ala sinistra: fino ad adesso sta facendo bene in questo ruolo. E quindi può essere che ci sia continuità».
A CHE PUNTO DEL PERCORSO? «Non so a che punto, ma siamo sulla strada giusta. Altrimenti non fai due prestazioni come a Come e a Roma. Sappiamo che dobbiamo migliorare il più presto possibile. La prestazione ti aiuta a migliorare la probabilità del risultato, che non è mai garantito».
POCHI GOL «Pochi gol perché, anzitutto, dobbiamo aumentare la frequenza delle situazioni: più situazioni hai, più probabilità di segare hai. E, poi, perché nel calcio ci sono dinamiche: a volte la palla entra, a volte non entra. Quello che faremo sarà fare del nostro meglio per cambiare la dinamica».
IL PARMA LIMITA GLI ALTRI «Fa parte della nostra identità: come io immagino il Parma è una squadra che attacca e che difende bene. Quando difende, a volte dovrà farlo nella pressione alta, altre volte in un blocco medio, altre ancora in un blocco basso; dovrà difendere bene sulle palle inattive, in transizione, e così via. Fa parte di noi: noi non riduciamo le capacità dell‘avversario. Identità vuol dire essere bravo in tutte le fasi».
IL 4-2-3-1 DI COMO E BOLOGNA «Il Como è molto molto verticale, la capacità di attaccare gli spazi aperti è un punto di forza. Il Bologna è ancora più verticale: alcuni aspetti sono simili, altri diversi. Noi quello che proveremo a livello difensivo è molto diverso: sfrutteremo gli spazi che vogliamo in attacco».
ORISTANIO E IL PARMA SENZ?ALI «Oristanio non ci sarà prima della sosta, al 100%. Il calcio cambia molto, io ora sono concentrato su chi ho a disposizione. So che possiamo fare benissimo. Già giochiamo con 3-4 attaccanti, in realtà. Come giocherò [quando torneranno, ndr]? Ancora non lo so. Nel momento in cui ho da scegliere e valutare lo faremo».
CHI TEMERE DEL BOLOGNA? «Il Bologna [ride, ndr]. Rispetto tantissimo, perché sono una squadra veramente forte, con tante individualità: non solo una. Faremo la massima partita con rispetto, ma anche con tutta la fiducia del mondo. È un derby, una partita molto importante peer noi. Avremo a possibilità di giocare due volte al Tardini, dove ci troviamo bene: vogliamo competere con gli avversari».
ESTÉVEZ E VALENTI «Loro ci possono dare una mano, non solo per l‘esperienza. L‘esperienza in sé non è niente. La capacità di stare in campo, di gestire i momenti ci ha dato una vera mano. Questo non significa che gli altri giocatori non ci diano una mano nell‘essere una squadra solida. Ma il loro contributo è stato molto positivo fino ad adesso e, per quello, hanno avuto la possibilità di essere in campo».
SØRENSEN «Ci sono sempre dei compiti, delle indicazioni per ogni partita. Il punto più importante è essere se stesso: sfruttare la sua gamba, la capacità di coprire le distanze, di vincere i duelli. Fa parte di un percorso dove ti inizi ad abituare di più al campionato e ai meccanismi della squadra. Contenti per quello che ha fatto, ma c‘è ancora margine di miglioramento».
LA STRATEGIA PER IL DERBY «Recuperare la palla immediatamente quando vai alto o essere più compatto e dare meno spazio».
