
Parma, sei pericoloso ma sprecone: 15 palle gol non sfruttate
Verba volant, scripta manent. Se si facesse affidamento solo ad alcuni dati scritti, verrebbe da dire che il Parma meriterebbe di più rispetto a quanto raccolto. Ma le statistiche non valgono nulla se non accompagnate da un‘analisi oggettiva di ciò che avviene sul rettangolo verde.
Il nuovo Parma di Carlos Cuesta ha faticato ad ingranare e, fino a qualche partita fa, anche a segnare. Per ora, la squadra sembra ricalcare le orme del proprio allenatore: un Parma che vorrebbe, ma non può. All‘inizio della stagione, il tecnico maiorchino, nelle sue idee spagnoleggianti (forgiate alla scuola di Arteta), sicuramente avrebbe voluto proporre un gioco più vivace, coinvolgente e armonico. Ma tanti fattori non gliel‘hanno permesso: le cessioni estive (Bonny, Sohm, Leoni, Man, Mihaila), gli infortuni (Ondrejka su tutti), le necessità di classifica (l‘obiettivo dichiarato, la salvezza, non lascia spazio a troppi esperimenti). Ora come ora, il gioco crociato ricorda molto un calcio passato, invecchiato, ma ancora efficace: il famoso calcio-catapulta, incentrato su tanti palloni alti alla ricerca delle torri. Uno stile di gioco imbastito, soprattutto, sulle caratteristiche dei migliori giocatori, a partire da Suzuki per arrivare a Pellegrino. Il portiere giapponese ha tra i suoi punti di forza un rilancio dal fondo con pochi eguali sia in Serie A (l‘unico è Vanja Milinković-Savić) sia in Europa, mentre il Burro fa del colpo di testa e del gioco aereo il pane per i suoi denti. Uno stile di gioco che, necessariamente, dovrà cambiare i suoi connotati - data la prolungata assenza di Zion, causa infortunio (clicca qui) - e che per il momento stava tenendo il Parma lontano dalle sabbie mobili della classifica. Lontano, ma non lontanissimo: 17ª casella in solitaria, 8 punti conquistati.
Sotto i crociati solo Genoa (7 punti), Verona (6) e Fiorentina (5); 7 le reti realizzate, il doppio quelle subite. Andando più in profondità, però, si scovano i dati più interessanti, quelli relativi alle grandi occasioni da gol. In queste classifiche, il Parma si troverebbe in ben altre posizioni: addirittura, in zona Europa. Sono ben 21 le big chances create da capitan Delprato e compagni nelle 11 gare finora giocate. Meglio di tante altre squadre costruite per altri obiettivi e rivali per la salvezza: Fiorentina, Sassuolo e Napoli hanno prodotto lo stesso numero di palle gol, mentre peggio hanno fatto formazioni di prima fascia come Roma (capolista), Atalanta, Lazio e Como; l‘Inter dell‘ex Chivu fa da aprifila con 47 grandi occasioni create; a chiudere è il Lecce di DiFra con 12.
Se il dato delle palle gol prodotte è rincuorante, per quello relativo alle occasioni mancate va fatto un corso accelerato di potenziamento. Il Parma è la quinta squadra ex aequo con Roma e Fiorentina (settima complessivamente) per gol sprecati. Sono 15 gli errori sotto porta, un numero davvero troppo alto per una squadra che, nelle difficoltà, riesce comunque a rendersi pericolosa. Peggio dei crociati, in questo caso, hanno fatto solo Inter, ancora in testa, con 30 occasioni mancate, Milan (24), Genoa (19) e Atalanta (18). La più cinica di tutte, invece, è la Cremonese, che a fronte delle 18 big chances create, ne ha gettate all‘aria solo 8.
La realtà dei fatti dice che il Parma è una squadra dalla proposta offensiva e di gioco non spettacolare, scintillante o emozionante. Ma allo stesso tempo sa dove andare ad ingaggiare i duelli, e dove rendersi pericolosa, più di tante altre formazioni con materiale tecnico e qualitativo superiore. Dove è necessario un cambio di rotta è nel cinismo sotto porta: indispensabile per l‘obiettivo salvezza. Se a inizio campionato ci si interrogava da chi altri, oltre a Pellegrino, potessero arrivare i gol, le ultime settimane hanno dato buone notizie a riguardo. Bernabé sembra essersi sbloccato, Ondrejka è vicino a rimettere piede in campo e Valeri è tornato a pieno regime. Si attendono, invece, il ritorno al gol di Cutrone (a secco dal suo esordio contro l‘Atalanta) e il recupero di Oristanio, ancora oggetto misterioso.
I segnali per una ripresa ci sono tutti. La prossima gara contro il Verona, dopo la sosta nazionali, sarà un crocevia: avrà la meglio non il più bravo, ma chi sbaglierà di meno.
