IL COMMENTO: fischi equivoci tattici e mancanza di identità; è una serata da allarme rosso

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Tuoni e temporali. Seconda sconfitta (sempre al Tardini), una marea di fischi, malcontento, equivoci tattici, perplessità e incomprensioni. In due parole, crisi Parma. Una crisi che purtroppo conferma tutte le incertezze di questo altalenante avvio di stagione, dove i crociati hanno palesato limiti grossolani nel costruirsi un’identità di gioco, un abito cucito su misura da indossare con disinvoltura, che possa esaltare le caratteristiche di giocatori importanti e dal nome altisonante per la Lega Pro.
La Feralpisalò ha fatto un figurone, per meriti del proprio allenatore, Tonino Asta, e per l’educazione tattica con cui la propria squadra ha interpretato la partita, puntando molto sulle debolezze del Parma, ad iniziare dalla lentezza dei due centrali difensivi, Lucarelli e Canini. Il 2-1 finale non fa una grinza, per carità, anche perché in 90 minuti il Parma non ha mai centrato lo specchio della porta, ad eccezione del gol (casuale) di Scavone sugli sviluppi di un calcio d’angolo.
Per i gialloblù è un’occasione sprecata, un’occasione grande quanto una casa dopo i risultati del fine settimana. E’ la conferma che sarà una stagione imprevedibile. A parte questi discorsi, ora i problemi sono gravi e vanno risolti immediatamente, perché questa squadra non ha un gioco, ha limiti difensivi e sembra ripudiare le scelte tattiche di Apolloni. Il tecnico non è in discussione, ci mancherebbe altro, anche se una parte della tifoseria chiede l’esonero (viva la riconoscenza!). Ora però è bene rinchiudersi nelle quattro mura dello spogliatoio e farsi un’esame di coscienza, ammettere tutti i propri errori e cambiare subito marcia, a partire dal modulo tattico che sembra prevalere su ogni logica, anche in assenza di giocatori di ruolo in grado di esaltare questo sistema di gioco.
Infine la coppia Calaiò-Evacuo: se non arrivano rifornimenti è difficile fare la differenza, ma in giornate storte come quella di oggi sarebbe sufficiente vedere più cattiveria agonistica, più movimento e una maggiore convinzione, oltre ad un impegno più concreto nel trovare un’intesa che fino ad oggi sembra un miraggio. La squadra, oltretutto, sembra vittima di queste incomprensioni e del peso dei suoi stessi attaccanti, oltre a problemi strutturali che chiamano in causa i dirigenti e il mercato estivo.

(Foto Parma Calcio 1913)

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