Tardini, Franchi e San Siro: quando lo stadio è un problema

Tre storie di stadi che sono finite intrappolate nelle maglie strettissime della burocrazia italiana, dei tribunali e delle “rivolte” popolari. 

Dal Tardini di Parma al Franchi di Firenze per finire al Meazza di Milano (San Siro). Progetti ambiziosi e moderni, necessari ma non indispensabili, che dopo gli annunci e l’ottimismo iniziale si sono bruscamente fermati, allungando i tempi e mettendo in dubbio le intenzioni, in attesa di una svolta, positiva o negativa, che tarda ad arrivare. 

A Parma la situazione è nota, come vi raccontiamo da diversi mesi: lunedì prossimo può essere un giorno cruciale quando la Giunta si pronuncerà sulla mozione presentata dai partiti di maggioranza (leggi qui) e dovrà decidere che peso dare alle oltre 8mila firme raccolte da comitati e associazioni contrari al progetto. Intanto Kyle Krause resta alla finestra, in rigoroso silenzio, e aspetta un segnale dalla politica locale, mentre quotidiani locali, nazionali e americani continuano a snocciolare i dati finanziari della sua gestione parmigiana, aggiungendo ulteriori veleni a quella che è diventata a tutti gli effetti una telenovela italo-americana, malgrado fino ad oggi il patron americano abbia ottemperato a tutti gli adempimenti verso dipendenti e fornitori. Altro discorso è l’aspetto sportivo, i risultati e la classifica, anche se alla fine finiscono per incidere in maniera determinante su tutto il resto. 

Nelle ultime ore hanno fatto clamore le notizie provenienti da Firenze e Milano. Partiamo dallo stadio Artemio Franchi: la Commissione UE ha contestato l’utilizzo dei soldi del Pnrr per i lavori di rifacimento dello stadio, che in un primo momento doveva essere a carico del patron Rocco Commisso, ma poi il Comune ha deciso di fare tutto in proprio, facendo affidamento sui soldi garantiti dal Piano nazionale di ripresa e resilienza che nell’aprile 2021, a sorpresa, aveva inserito lo stadio Franchi tra le opere nazionali di maggiore valore architettonico. Uno schema che aveva ingolosito altri presidenti di serie A e B, Krause compreso, senza però riuscire a cavare un ragno dal buco.
Palazzo Chigi è intervenuto sull’argomento con una nota ufficiale: “A seguito degli incontri del Ministro per gli Affari europei, del Sud, delle politiche di coesione e Pnrr, Raffaele Fitto, e il Commissario europeo per l’Economia, Paolo Gentiloni, e con la task force PNRR della Commissione Ue, è stato concordato di prolungare di un mese la fase di assesment per consentire ai servizi della Commissione di completare le attività tecniche di campionamento e verifica, proseguendo la proficua discussione che ha già consentito di valutare positivamente la maggior parte dei target fissati per il 31 dicembre 2022”. In sostanza tutto rinviato di un mese (almeno). 

Infine San Siro: il tribunale di Milano ha accolto il ricorso presentato dal “Comitato referendum per San Siro” contro il Comune di Milano che il 26 luglio scorso aveva ritenuto inammissibile la proposta di referendum. Ora la palla (ri)passa all’amministrazione comunale che dovrà rivalutare la richiesta dei cittadini, intanto il Milan sembra intenzionato a costruire uno stadio tutto suo nella zona dell’ippodromo La Maura, ma anche in questo caso deve fare i conti con l’opposizione dei residenti che hanno già espresso parere contrario.