
Il dilemma di Cuesta: difesa a 3 o a 4
Un esperiemento senza seguito, oppure prove generali di cambio modulo? L‘amichevole di venerdì al Mutti Training Center, contro il Monza (2-1), è stato l‘occasione per vedere alcune novità tattiche, a partire dal ritorno alla difesa a 4.
Una difesa sperimentale con Begić e Løvik sulle corsie esterne, Troilo e Ndiaye al centro, Estevez davanti al quartetto difensivo; modulo 4-3-3. I risultati non sono stati esaltanti ma neanche troppo disastrosi, anche perché mister Cuesta ha mischiato le carte durante i 90 minuti.
I risultati di questo inizio di stagione sono eloquenti: 5 punti dopo 6 partite di campionato (3 gol fatti e 7 subiti): un rendimento che richiede una sterzata, soprattutto nel reparto offensivo, quello più carente a livello di idee e soluzioni alternative.
La difesa a 4, che a Parma non si vedeva dalla scorsa stagione, cioè dai tempi di Pecchia (oltre alle prime settimane di Chivu sulla panchina crociata), può essere una soluzione soprattutto in questo periodo in cui mancherà Valeri, finora uno dei migliori interpreti del 3-5-2 del tecnico spagnolo. C‘è tanto lavoro da fare, certo, bisogna rodare i meccanismi e dare maggiori certezze, ma l‘idea di abbandonare la linea difensiva a 3 sta circolando con insistenza nello spogliatoio di Collecchio. Cuesta ha una settimana per decidere se cambiare modulo o continuare con il 3-5-2 (o 3-4-2-1); domenica si va a Marassi contro il Genoa, partita da non sbagliare. Assolutamente.