
Lecce, Di Francesco: «Il Parma è riconoscibile. Cuesta ha dato identità»
In casa Lecce la conferenza stampa dell‘allenatore è arrivata all‘anti-viglia della partita di Parma (sabato, ore 15), valevole per la 6ª giornata di campionato.
Nel primo pomeriggio, mister Eusebio Di Francesco ha incontrato i giornalisti per il canonico appuntamento della conferenza stampa, rispondendo alle diverse domande poste dagli organi di informazione.
Tra i tanti argomenti toccati, il tecnico dei salentini è tornato sul pareggio dello scorso weekend contro il Bologna, raggiunto in extremis dai giallorossi: «Io credo che sia stata importante tutta la squadra nell‘atteggiamento, anche chi è entrato e che in altre occasioni non aveva fatto bene. Ci sono partite dentro la partita, e anche contro il Bologna è stato così. Domenica, quando abbiamo subito, siamo stati squadra, mentre nei nostri momenti positivi siamo stati davvero pericolosi. Dobbiamo dare continuità a questo momento e lavorare su questo in settimana. La soddisfazione più grande è che per la prima volta ho visto applicare ciò che prepariamo in allenamento». E ancora: «Dalla prossima dobbiamo iniziare a cercare i tre punti, che sono la cosa che manca di più. Contro il Bologna l‘abbiamo pareggiata perché l‘abbiamo voluta fino alla fine, e questo stesso atteggiamento dobbiamo averlo anche per cercare la vittoria».
DiFra ha così inquadrato il Parma, prossimo avversario nella sfida dello stadio Ennio Tardini: «Loro giocano a 5, e aprendo il gioco sono già coperti. Devi essere bravo a stringere e non aprirti, trovando soluzioni interne. Nell‘ultima hanno giocato con Cutrone e Oristanio. All‘inizio abbiamo l‘ampiezza, ma poi dobbiamo arrivare in porta. Le soluzioni possono essere tante: dire aprire il gioco va bene, ma per arrivare dove? È come la costruzione dal basso: noi siamo arrivati al primo gol partendo dal portiere. Spesso si ha timore a partire dal basso, ma quando riesce bene non ho mai sentito nessuno fare i complimenti. Si può anche andare in ampiezza, ma sempre con l‘obiettivo di arrivare in porta. Stiamo preparando diverse soluzioni».
Sul giovane tecnico dei crociati, Carlos Cuesta, il cui calcio è stato definito camaleontico, l‘allenatore del Lecce ha fornito una risposta piuttosto esaustivi: «Molti allenatori vanno in questa direzione. È un pregio, fino a quando non diventa confusione: va bene essere camaleontici, ma i calciatori, così come i nostri ragazzi, hanno bisogno di certezze. E non di insicurezze. Io credo che lui abbia dato una grande identità alla squadra. Hanno un giocatore forte che vince i duelli come Pellegrino, con Cutrone vicino che è un giocatore di sacrificio. Hanno Valeri che è un ottimo calciatore con un gran piede, Bernabé in mezzo al campo, un giocatore di rottura come Keita e un portiere che ha un rinvio di 80 metri e cerca l‘attaccante. Sono riconoscibili. È una squadra che sa quello che vuole, con un allenatore che mi dà la sensazione che sia umile, che cerca di imparare da tutti. A volte in carriera ho imparato anche ciò che non voglio fare: è tutto un insegnamento, nel bene e nel male. Però, c‘è sempre da portare a casa qualcosa. Di questo gli va dato atto: è un segno di grande umiltà».
Infine, il capitolo assenze. «Berisha è recuperato: l‘unico che non ci sarà è Morente - ha detto il mister dei leccesi –, mentre gli altri li avremo tutti a disposizione, compreso Sottil che questa settimana si è allenato con continuità».
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