Pecchia: «Cagliari agli antipodi rispetto al mio giovane Parma»

Giornata di vigilia in casa Parma. Il mister Fabio Pecchia presenta Cagliari-Parma, la semifinale d’andata dei playoff di Serie B.

Ecco le dichiarazioni raccolte per SportParma dal nostro giornalista Lorenzo Fava, presente a Collecchio.

CONSOLAZIONE PLAYOFF «Mancavano quattro partite, ma c’era grande serenità. Domani è la partita, siamo felici di potercela giocare. Siamo in un parte del campionato con quattro squadre che si giocano con le altre due la serie A».

RIPOSO «La sosta non è stata così lunga da poter incidere. La settimana ci ha dato la possibilità di lavorare».

COME SI VINCE «Negli ultimi due anni l’ambiente di Parma ha vissuto anni complicati. Il ritrovato entusiasmo fa grande piacere. Siamo la squadra più giovane e questa gioventù la voglio come grande spensieratezza che ci dia voglia e spazio di giocare. Dobbiamo tenere la barra dritta».

I CONFRONTI «La partita di ritorno può essere più indicativa rispetto all’andata, dove l’allenatore era diverso. Affrontiamo una squadra forte, è un po’ agli antipodi rispetto al Parma. Noi però dobbiamo riproporre quello che abbiamo fatto, con serenità e la spensieratezza di voler giocare a calcio».

L’ESPERIENZA DEL CAGLIARI «Dall’altra parte ci sono tanti giocatori che hanno giocato questo tipo di partite. I nostri non hanno tutto questo. Però i nostri hanno altre cose: la voglia di giocare, convinti di avere un copione uguale e di volerlo sviluppare. Il fatto che il Cagliari abbia grande esperienza non possiamo cambiarlo».

DA POHJANPALO A LAPADULA «Lapadula è un riferimento, un giocatore che determina. Anche quando non trova la via del gol è pericolosissimo. Se è troppo dentro l’area, è forte. Lontano dalla porta è abile ad attaccare la profondità. Servirà attenzione, lavorare di reparto».

ANSALDI NO «Ansaldi non è pronto ancora. Gli altri stanno bene tutti. Le valutazioni possono poi ricadere su Cobbaut, Circati, ma anche lo stesso Balogh. Ho possibilità di scelta».

SENZA IL JOLLY CAMARA «Quella è una caratteristica tipica di Drissa. Quello che si deve vivere nel gruppo è chi parte ma anche chi arriva. Devono essere tutti pronto a tutto. Come hanno fatto Bonny e Mihaila nell’ultima partita».

PAVOLETTI IN CAMPO «Bisognerebbe chiamarlo Ranieri… Io credo di sì».