Hainaut: «Il gol di Lecce? Non ho dormito. Io mai fermo m‘ispiro a Kanté»

Da Sainte-Catherine, vicino ad Arras (nel Nord della Francia), a Parma: la storia di Antoine Hainaut inizia a farsi conoscere, grazie anche e soprattutto al gol all‘ultimo secondo nel pazzo match di Lecce, giocato sabato scorso.

Il calcio è in grado di cambiare le traiettorie in modo molto repentino e inaspettato. Nel Ducato da poco più di due stagioni, il francese ha collezionato appena 24 apparizioni complessive (tra Serie A, B e Coppa Italia) per un totale di 682‘, l‘ultimo dei quali lo ha eletto eroe del popolo parmigiano al “Via del Mare. E pensare che c‘era stato un periodo a inizio 2024 in cui l‘ex Boulogne su Mer era finito nel dimenticatoio o forse semplicemente una risorsa poco sfruttata (clicca qui): «Ho continuato a lavorare duramente, non mi sono fermato ed ero convinto di poter arrivare a questi livelli. Il mister e i miei compagni mi sono sempre stati vicini e mi hanno incoraggiato invitandomi a non mollare» ha dichiarato Hainaut nell‘intervista concessa al giornalista Marco Bernardini, pubblicata stamane sulla Gazzetta di Parma.

La ricompensa per il duro lavoro, svolto in silenzio e con professionalità, non poteva non arrivare. Il volo d‘angelo sul cross al bacio di Haj Mohamed che si insacca alle spalle di Falcone e fa scattare l‘esultanza sotto il settore ospiti e la dedica alla nonna Nicole nel giorno del suo compleanno: è stato tutto vero. «Qualcuno diceva somigliasse a quello di Van Persie ai Mondiali, il club ha mostrato sui social la scena di Aldo in spiaggia in Tre uomini e una gamba che, però, non conoscevo - commenta Hainaut –, è il mio primo gol tra i professionisti, non ho dormito la notte dopo la partita. È un sogno che si realizza».

Il classe 2002, che ha ricevuto anche i complimenti di mister Pecchia «[…] negli spogliatoi mi ha parlato e mi ha detto non sono io che ti ho dato un premio perché lavori ogni giorno ma tu te lo sei fatto da solo», si descrive come «uno che non si ferma mai» e dice di ispirarsi a un centrocampista (connazionale) che magari non segna tanto ma che in campo dà tutto: «Guardavo sempre N‘Golo Kanté, mi piace la sua forza. Non è quello che segna tanto, ma recupera palloni, copre e fa tutto bene». Sul suo ruolo: «Non ho una posizione preferita in campo, ora il mister mi fa giocare da terzino destro e mi piace. Ma anche a centrocampo e sulla trequarti non mi trovo male». Tra i tanti passaggi dell‘intervista, il giocatore cresciuto e poi scartato dal vivaio del Lens, club per cui continua a fare il tifo, ha svelato anche i sogni nel cassetto: «Vorrei giocare, poi come tutti mi piacerebbe esser convocato in Nazionale».

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