Chichizola e la lunga attesa della A. La sua maglia ha già debuttato
Leandro Chichizola e una lunga attesa che ha le ore contate. Quel debutto in Serie A tanto inseguito, lunedì sera al Tardini, da sogno diventerà realtà.
Difficilmente la massima del filosofo tedesco Lessing, secondo cui «l‘attesa del piacere è essa stessa il piacere», riscuoterà consensi nel portiere argentino che, da quando è in Italia, è rimasto in sospeso per parecchio tempo prima di arrivare a questo crocevia. Fra l’incanto dell’attesa e la disillusione della realtà, c‘è spazio per la gioia della realizzazione presente: il posticipo con l‘Udinese metterà fine alle aspettative di Chichi, che ha dovuto giocare 218 gare nel campionato cadetto (più 8 incontri playoff) prima di potersi affacciare al più grande dei palcoscenici: la Serie A.
In Argentina e in Spagna aveva già avuto modo di mettersi a confronto con i massimi livelli dei rispettivi campionati. Al River Plate, club di cui è tifoso e con cui giocò 30 gare (con 23 gol subiti), è tuttora considerato un beniamino non solo perché aveva contribuito a riportare i Los Millonarios dalla B Nacional alla Primera División nel 2012, ma anche per aver vinto il titolo nazionale due anni più tardi. Fra il 2017 e il 2021 aveva provato a giocarsi le sue chances in Liga (con Las Palmas e Getafe): ma, se in un anno alle isole Canarie era riuscito a collezionare 27 gare in campionato, non altrettanta fortuna aveva avuto l‘esperienza con i Los Azulones, che lo avevano relegato a portiere di riserva e di Coppa (14 volte in campo fra Copa del Rey ed Europa League).
Le partite giocate in carriera - 325 in tutto con un saldo di gol subiti (322) addirittura inferiore - sono l‘ultimo dei problemi per il portero di San Justo. I trascorsi fra Spezia e Perugia dimostrano che il ruolo di titolare lo ha assimilato, lo ha cannibalizzato: in riva al Golfo dei Poeti era arrivato a disputare 100 partite consecutive in Serie B, tutte per intero e tutte con lo Spezia, club con cui per tre anni di fila non aveva mai saltato un solo match (131 su 131, playoff inclusi), tenendo sempre più basso il numero delle reti incassate (127). Stesso leitmotiv nel 2021/2022 trascorso in Umbria: le 39 apparizioni con i biancorossi (e un passivo di 35 gol) gli sarebbero valse la chiamata del Parma, dove ben presto avrebbe superato anche la concorrenza di un mostro sacro del ruolo come Gigi Buffon.
Contro l’Udinese allenato da Kosta Runjaić (7 punti in 3 giornate, con 4 gol fatti e 2 subiti), toccherà a Chichizola riprendersi il posto fra i pali del Parma, complice l‘espulsione del collega Suzuki nell‘ultima gara. A Napoli una serata stregata, per tutti: per il giapponese, che si è macchiato con una doppia ammonizione ingenua che ne ha dimostrato le fragilità; per il Parma, che si è ritrovato in dieci e senza il guardiano della propria porta, finendo per essere rimontato; per l’argentino, costretto dai cambi esauriti da mister Pecchia a dover restare a incitare da fuori e a rimandare il proprio debutto.
Curiosamente, però, la sua maglietta numero uno è già stata spianata ancor prima del suo impiego: al Maradona la casacca di Chichizola è scesa in campo, indosso a Delprato, portiere per caso. Leo se l‘è già ripresa: la maglia crociata l’ha già rappresentata in altre 58 occasioni - mantenendo in 24 di queste la porta inviolata e subendo appena 50 reti –, ma questa volta sarà diverso. La indosserà (e la custodirà gelosamente) per un debutto tanto atteso in Serie A, che in caso di una buona performance gli farebbe guadagnare altre presenze nelle prossime giornate.