IL COMMENTO: Cinema Calaiò

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Il veleno nella coda, come nei migliori thriller. Un colpo geniale che ridisegna la storia di una partita stregata e forse di un’intera stagione. Una scossa elettrica che ha fatto sbalzare in piedi e raddrizzato i capelli dei 9mila del Tardini. Un’esperienza unica che entra di diritto nel libro dei ricordi e dei sogni. Benvenuti al Cinema Calaiò: una rovesciata pazzesca, dopo il secondo angolo consecutivo di Scozzarella, all’altezza del secondo piano, che ha asfaltato il coriaceo Pordenone e acceso il bonus dei tre punti. Una rovesciata di rara bellezza che meriterebbe la copertina dell’album delle figurine Panini. Per Calaiò non è una novità, anzi, è l’ultima magia di una lunga serie: con la maglia crociata addosso lo aveva già fatto ad inizio stagione contro il Lumezzane, anche in quel caso fu un gol da tre punti.

Replay a parte, la magia dell’attaccante siciliano cancella in un istante le sofferenze di una partita che ha regalato emozioni a raffica, pur tra mille difficoltà e intrighi tattici. Le scelte iniziali di D’Aversa (un 4-3-3 con Scaglia terzino sinistro e Saporetti centrale di difesa) non convincono del tutto, così come la mancanza di valide contromosse al pressing sistematico dei due trequartisti veneti, Cattaneo e Berrettoni, su Scozzarella, che hanno limitato non poco l’inventiva e la fluidità dei crociati. Dettagli importanti per capire le difficoltà di un Parma che dopo il gol iniziale di Scavone su perfetto cross di Nocciolini (l’unica nota positiva di una giornata sottotono), ha concesso i fianchi all’avversario che in poco più di 12 minuti ha ribaltato il risultato: prima una spinta galeotta di Scavone in area di rigore che regala ad Arma (capocannoniere del campionato) il tiro dal dischetto (un destro che si stampa prima sulla traversa e poi carambola sul corpo di Frattali e finisce in rete) e poi una goffa respinta di Saporetti che Misuraca trasforma in gol con un destro bellissimo.

Il Parma sbanda e sbatte costantemente contro il muro eretto nella ripresa dal Pordenone. D’Aversa rischia il tutto per tutto con Mazzocchi per Saporetti e resta con un solo difensore centrale di ruolo, Lucarelli (in coppia con Iacoponi). Una pressione asfissiante, il Parma sfonda più volte sulla destra, la fascia di Mazzocchi, ma non c’è niente da fare; passano i minuti, Baraye colpisce una traversa che grida vendetta, cresce la rassegnazione. Il finale sembra già scritto, il Parma è in apnea costante, l’ossigeno sta finendo, mentre il Venezia capolista vola a sei lunghezze di distacco. E invece succede l’impensabile, un brivido lungo 180 secondi: il colpo di testa di Munari dopo una travolgente azione di sfondamento di Baraye vale il pareggio. Quattro minuti di recupero: il tempo necessario per riscrivere il finale del film e far sognare tutti, proprio tutti, piccoli e grandi. Benvenuti al Nuovo Cinema Calaiò.

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